Le misteriose ombre del Primiero

I Gialli della Montagna

"No, no, aspetta... questa stranezza lui la spiega ed è forse il suo primo errore. La spiega e la scrive. Per lui è solo un messaggio da mandare nello spazio, sa benissimo che ai morti non interessano le trasmissioni elettriche. Sostiene, e qui siamo al passaggio cruciale, che le civiltà sconosciute sanno già tutto di noi, non hanno bisogno di ricevere nostri messaggi e già comunicano con noi nel nostro terzo livello di esistenza, nella "Dimensione Parallela". "Ma non possono comunicare con noi in questo livello di vita terrena... ho colto il punto?". "Esattamente. E ti traduco la stranezza di Iskivic che è per lui un vero messaggio: "Io ho capito". Ma anche una domanda: "Semmai entrerò nella dimensione parallela, non ho nessuna altra scelta che aspettarla per comunicare con voi?".

"Per questo vuole un cimitero nel deserto, è questo il suo messaggio?". "Appunto, lui non la spiega questa scelta ma chi mai potrebbe capirlo? Quindi si sommano una serie di fattori. Si rifiuta di comunicare cosa sta facendo, si rifiuta di divulgare gli obiettivi e i risultati e decreta infine l'inutilità di mandare messaggi nello spazio per il programma Area 51 visto che è oramai convinto che un contatto ravvicinato con forme di vita aliene è possibile solo se si fa parte delle "Dimensioni Parallele". "Va bene... bene, sembra tutto apparentemente chiaro. Le sue posizioni possono compromettere i progetti già avviati e allora lo si esclude dal programma Area 51... allo stesso modo immagino che cominci a comunicare queste sue ricerche sulla "Trilogia della Vita", sulle "Dimensioni Parallele"..." "Già, già..". "E allora lo si emargina dal mondo scientifico...". "Già, già...". "Bene, ma una cosa non è chiara... se è fuori da tutto, isolato, ritenuto perfino pazzo... come è possibile che sia visto ancora oggi una minaccia per la sicurezza nazionale?".

Heinz Schwarzstein ripristina tutti i suoi contatti e viaggia da un paese all'altro. Ora ha una conoscenza, un dato certo e di una straordinaria importanza. Le civiltà superiori esistono, hanno ricevuto la domanda di Iskivic e hanno risposto posizionandosi con l'astronave luminosa d'arancione nel deserto del Nevada. Hanno soprattutto capito che Iskivic aveva capito. Lo ritengono il solo capace, fuori dalle Dimensioni Parallele, di intendere la sola, l'unica forma di comunicazione possibile. Visiva, intuitiva, mentale. Ma Schwarzstein scopre dell'altro. Niente a confronto dei fatti accaduti tra le montagne. Dopo l'incidente nel laboratorio Iskivic ha sviluppato un'analisi scientifica inspiegabile per la conoscenza finora raggiunta dalla specie umana. Formula teorie sui buchi neri, spiega la reale possibilità di costruzioni meccaniche con materiali composti da elementi che vengono rinvenuti sul pianeta Marte solo trent'anni dopo e raggiunge livelli di sapienza sull'atomo attraverso tentativi empirici che nascono spontanei, continui e di cui lui, come nel caso dell'esperienza che lo colloca nell’Area 51, non si rende conto.

È una notte strana a Roma. All'aeroporto di Fiumicino si attende il volo che riporta a casa il professor Heinz Schwarzstein. La capitale si copre di nebbie insolite ma portate via rapide da un vento caldo e una pioggia fastidiosa e leggera cade a tratti, a spruzzi, lasciando la città sonnecchiare nell'umidità della notte. Il criminologo non vede l'ora di infilarsi nella sua tana ma sa che non verrà abbracciato dal sonno e dal riposo. Ha bisogno di pensare, ha bisogno di scrivere. Non è ancora certo di incontrare Igor Iskivic perché sa ora che sarebbe per la sua vita un evento eccezionale, raro, nutrito di privilegio. È più facile che Iskivic lo scelga se lui dimostrerà di aver capito, di aver inteso molto ancora prima che possano parlare. Per questo nella notte scrive, scrive e perfeziona, elabora una lettera che sarà spedita al fisico nucleare. Con lo sguardo sul foglio, una penna in mano, lui nella stanza, luce sommessa, lui davanti allo scrittoio, nella notte, una finestra aperta alla metropoli, lui scrive: "Vorrà onorarmi di un incontro con lei? Io sento che con lei mi aprirò alla vera conoscenza... Lei è l'uomo del coraggio e della sapienza...".

Ma che cosa aveva saputo, capito, intuito Schwarzstein per rivelarsi in questo modo con un uomo che personalmente ancora non conosceva?. Per il potere politico, per le industrie civili e militari, per tutto il mondo che conta Igor Iskivic rappresentava e rappresenta la più grande minaccia ma mantiene allo stesso tempo il pregio raro e insostituibile di un gioiello che non può essere sostituito. Tutto il potere ha la certezza che lo scienziato è il solo che può realizzare un contatto con i fenomeni esterni alla vita sulla terra. I suoi studi, le sue ricerche, i risultati furono valutati e ritenuti i soli veramente validi. La scelta di secretarli, svalutarli e ritenerli l'opera di un pazzo era funzionale al rischio che questa opera avrebbe rappresentato per tutta l'industria aerospaziale i cui progetti sarebbero diventati inutili, solo uno spreco di risorse. Tanti soldi, cifre stratosferiche, miliardi e miliardi di dollari.

Accettare la tesi di Iskivic significava dover fermare tutto. Ma allo stesso tempo non si poteva eliminare una mente così preziosa, il solo che poteva arrivare ad un risultato intanto che la macchina degli interessi andava avanti con satelliti, esplorazioni, lanci nello spazio di navette che non avrebbero concluso nulla. Dunque la scelta di isolarlo e screditarlo, la scelta di consegnarlo al mondo accademico come un esaltato. Un programma bilanciato tra la morte civile e l'attenzione e il controllo su di lui affinché fosse ben guardato e protetto, custodito come una perla all'interno della morte civile, dentro una gabbia, impedito, prigioniero, incapace di poter far ricredere qualcuno.

Contro Igor Iskivic era stato applicato il metodo psichiatrico. Un'azione che necessita di un solo istante. Azione semplice, incredibilmente efficace. Tutta la storia dello scienziato era stata azzerata. Le cose scoperte prima, nel suo presente e le cose che avrebbe potuto rivelare dopo. Una sola equazione errata. Zero più zero uguale a zero. Niente del suo pensiero doveva avere più importanza. I contenuti delle sue analisi venivano naturalmente sempre accettati, valutati e poi secretati. Era una precisa disposizione a cui nessuno poteva opporsi. Ma ad Iskivic nemmeno questo interessava. Custodiva invece il suo figlio prediletto. Gelosamente lo custodiva. Un progetto che se praticato avrebbe dato tutte le risposte.

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