Le misteriose ombre del Primiero

I Gialli della Montagna

IL GIALLO FINISCE

Per Heinz Schwarzstein sarebbe stato l'incontro più importante della sua vita. Il criminologo e Igor Iskivic avevano concordato anche il posto per conoscersi e parlarsi, un piccolo maso nascosto tra i boschi e circondato dalla potenza massiccia delle Pale di San Martino e dalle sue rocce. A loro modo volevano essere attori, per un giorno o una notte, dell'incredibile storia delle ombre del Primiero. Iskivic viaggia a bordo di una jeep di grossa cilindrata scortato da due uomini fidati. È notte e, prima di una curva, lo scienziato intravede la sagoma di un cavallo, fermo, immobile, tra due alberi, come se aspettasse un segnale che lo avrebbe lanciato al galoppo.

Schwarzstein arriverà con un elicottero del Corpo forestale. Ha ancora tanti amici che non gli negano niente. Iskivic predilige la notte, il buio, l'oscurità e le tenebre e sceglierà di lasciare il maso dell'incontro prima dell'alba. È un uomo enorme dentro un corpo massiccio che fa paura come la sua faccia, lunga, asciutta, espressione di un indefinibile lanciato in una caratteristica che non ha elementi in nessuna faccia umana. Il criminologo atterra di notte vicino al maso, e vi si avvicina, a passi lenti con le gambe tremolanti. Iskivic lo aspetta nella penombra. Insieme non sanno come cominciare. Il buio si riempie di luce solo con le parole: "Lei... è il criminologo di Roma?". Silenzi, silenzi.. e Iskivic capisce ma non accenna reazioni. Un tempo lungo di buio e grandi silenzi. Un altro buio come un altro silenzio. È notte, notte, notte. Un cielo aperto, stellato all'inverosimile e la luce potente della luna che fa apparire le grandi cime come presenze svegliate dal nuovo giorno. E invece è notte, notte!.

Nella stanza di Andrei aumenta la temperatura, il ragazzo si sveglia sudato con la sensazione di avere avuto tante carezze e tanti baci. Ma la madre dorme, è lontana dalla sua stanza. Tutta la natura comincia a commuoversi, ogni stella lascia cadere la sua lacrima. Andrei una sola cosa si chiede: "Perché?".

Iskivic ha poco tempo e sa già cosa dire, sa già cosa gli verrà domandato: "Lei non è qui per quello che ho voluto dire al mondo, lei è qui per sapere delle ombre". "Ha ragione, ma le ombre sono legate a tutti i fenomeni che lei ha indagato... e...". "Semplicemente il bene e il male, questo ho indagato anche se Il mistero resta complicatissimo". "Ecco, il mistero, un puzzle a cui mancano ancora tantissimi pezzi." "Ci sono ancora tantissime cose che non possiamo capire ma io non ho nessun dubbio sullo scontro di energia e sulla condanna del male.....". "Condanna?". "Io identifico i buchi neri come la vera dimensione statica che raccoglie tutto il male e la conseguente umanità che lo ha prodotto. È questo il vero inizio della grande vendetta... un tormento inenarrabile, compresso, senza possibilità di Fuga!". "Ma le ombre professore... le ombre?!".

"Le ombre rappresentano una delle tante caratteristiche della dimensione parallela dove tutte le cose migliori come la pace e la serenità si sviluppano nel principio assoluto della libertà. Un principio che libera l'energia e lascia alle anime la possibilità di scegliere...". "Scegliere? Scegliere cosa?". "La scelta maggioritaria è sempre quella della costruzione di una nuova civiltà... ma...". "Ma?". "Ci sono presenze che tendono alla fuga, sollecitati da crimini che si stanno per realizzare sulla terra e che non potranno in nessun modo essere fermati, presenze che hanno vissuto sul nostro pianeta in modo speciale, molto speciale". "Non trova questo paradossale professore?. Intendono ovvero intervenire contro il processo da lei indagato?.

"Esatto! Si inseriscono dentro lo scontro di energia per modificare quello che era stato già programmato ma lasciando al male lo stesso destino, ritardando però l'ingresso dell'energia positiva tra le dimensioni parallele. Saranno modificati gli eventi, gli animali restano in vita, una felicità avrà più tempo per essere goduta e tutto questo attraverso l'applicazione di poteri illimitati. Le ombre non hanno nessun limite di azione...". "Nessun limite professore... come portare le persone al suicidio?". "Certo, anche questo...". "Sono stati visti chinati sulla terra e scavarla...". "Compiono questa azione perché vorrebbero seppellire la loro anima e sapere che c'è un posto dove tornare per riprenderla. Ma è un gesto illogico, consumato perché si sentono disperati... confusi… disorientati...". "Perché?". "Una volta lasciata la dimensione parallela non potranno più tornarci, per questo sono disperati dopo aver compiuto la scelta coraggiosa. Viaggiano portando con sé temperature nucleari che si riducono con l'arrivo sul pianeta e sono costretti per questo a scegliere le zone fredde del mondo dove possono raffreddarsi e fondersi con la terra e le rocce. Restano dormienti, prima dell'azione e poi ripetono il ciclo di fusione condannati all'oblio e alla solitudine".

Ad un tratto i due uomini scelgono il silenzio un'altra volta. Poi Iskivic: "Che ne dice se guardiamo il cielo questa notte?". "Certo... certo professore."

Il cielo protegge il canto di Metit, la cavalla lancia richiami al suo ragazzo. Andrei è come impazzito, esce quasi nudo dalla sua stanza per correre verso la sua compagna, solo che col grido sveglia la madre: "Metit! Metit! Metit!". La donna non ha il coraggio di uscire di casa, resta ferma sull'uscio, guarda e piange. Piange, piange, piange. Metit orgogliosa, fiera, fa giri di boa nel campo. L'astronave luminosa si confonde tra le stelle. Corri Metit, corri!. Fai volare il tuo ragazzo con la pelle e con l'amore. Pelle e pelle, amore e amore, senza parole.

 

FINE

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