Le misteriose ombre del Primiero

I Gialli della Montagna

Due mesi prima lo psichiatra spiegava all'Innominabile la sua trappola: "C'è un uomo a Feltre che potrà fare tutto per noi... Si è arricchito sulla sofferenza degli animali. Combattimenti, corse clandestine, dopaggio di cavalli. È stato anche manager di numerosi circhi lager... non avrà nessun problema ad accoppare una puledra!". L'Innominabile: "Sì, ma spiegami in dettaglio dove vuoi arrivare...". "Noi, se vogliamo, possiamo avere in mano tutti... giusto?". "Certo...". "Con la morte del cavallo apriremo un conflitto tra la madre e il bambino e metteremo in campo servizi sociali, psicologhe... Se necessario, anche i pompieri...". "Sì, ma...". "Ascolta, con attenzione. Darò precise istruzioni al mio uomo. Dovrà operare senza lasciare segni di scasso, infrazioni, tracce che possono far sospettare l'intromissione di qualcuno nella stalla. Utilizzerà una pistola a chiodo, sai... di quelle per ammazzare i bovini con la scarica in testa. Uno strumento che dovrà lasciare vicino alla macchina della madre. Dopo saremo noi a gestire il resto...". "In che modo… dimmi?". "Manderemo in campo i nostri scienziati della mente e tutti gli altri. Cominceremo a far passare l'idea che quel posto è un luogo traumatico per il ragazzo e che ci sono troppe cose strane in questo "incidente". Probabilmente rapporti non chiari tra la madre e suo figlio. Un evento insomma maturato dall'interno. Infine faremo pressione, tanta pressione. E lasceremo la gestione ai nostri scienziati che diranno cose sempre divergenti tanto da confondere la madre che comincerà ad avere paura. Gli faremo temere anche la perdita della potestà sul figlio che potrebbe essergli sottratto. Quando la donna sarà caricata ben bene, entreremo in gioco noi... La incontreremo, le parleremo e avrà ancora più paura. E capirà. Le offriremo protezione contro tutta questa gente cattiva. E capirà di più... Vedrai, alla fine cederà di fronte ai rischi... Stai tranquillo, avrai il tuo passaggio e l'operazione Disneyland partirà alla grande!".

Heinz Schwarzenstein, il criminologo di Roma, mette un punto alle sue ricerche e chiude il fascicolo contenente le numerose relazioni di polizia. Ha già in mente di comunicare ai suoi numerosi datori di lavoro l'impossibilità di proseguire le sue indagini. Ha gettato la spugna, per la prima volta. Quali elaborazioni? E quali convinzioni lo hanno reso certo di aver fatto la cosa giusta? Nel faldone dei documenti di polizia ci sono tre informative. Più strane delle altre.

Con la lettura ad Heinz Schwarzstein, tedesco, fuggito da giovane dalla Germania dell'Est, rimane una sola cosa da fare. Confrontarsi con il solo uomo al mondo capace di dare un significato a quell'assurdo da lui stesso trattato. È il fisico nucleare Igor Iskivic, nato nei Carpazi, vissuto in ogni parte, considerato pazzo da tutta la comunità scientifica. Quasi ad un passo dal Nobel, Iskivic comincia ad essere isolato ed allontanato da tutti i più grandi scienziati quando decide di pubblicare e divulgare i suoi studi sulle "Dimensioni Parallele". Schwarzstein ha tre circostanze in mano e le comunica ad Iskivic sicuro che risponderà. Nessuna perplessità investe Iskivic quando riceve la busta del criminologo dove, in modo semplice, quasi elementare,viene riportato: 1) Inspiegabile innalzamento delle temperature. 2) Un cadavere si mummifica. 3) Ombre viste in televisione, citazione ebraica.

Le due strane morti per apparente suicidio avevano un'altra cosa in comune. I corpi furono trovati vicino ad un televisore accesso sullo stesso canale. Un tempo distanziava gli eventi tra il primo e il secondo decesso. Ma, tutte e due le volte, in quello stesso programma televisivo, accadde qualcosa che lasciò interdetti i telespettatori. Comparve, inaspettatamente, una scritta in ebraico antico e poi le immagini furono offuscate da ombre intermittenti. Non fu facile, ma la scritta venne decifrata e questo diceva: "È la morte che rende tutto più devastante, terribile, insopportabile, poiché, questo tutto della sofferenza, non finirà mai".

Per la prima volta la lucida mente dell'Innominabile è sotto shock. Il politico afferra lo psichiatra siciliano con impeto e violenza. Vorrebbe rompergli le ossa, scorticare a morsi ogni pezzo delle sue carni. "Mi prendi per il culo? Dopo tutto quello che ti ho dato, ora mi prendi per il culo!?". "Calmati – reagisce lo psichiatra - nemmeno io capisco ancora che cosa sia successo veramente...". "Tu non capisci.. .non capisci!! Eravamo d'accordo su tutto... avevi detto che avresti fatto trovare il cavallo morto, nella stalla, con la testa fracassata... E allora? Allora!! Dov'è il cavallo? È solo sparito, sparito! Dalla stalla, come che fosse una cosa normale. E non c'era nemmeno una goccia di sangue!!."

Lo psichiatra, colto da una sensazione di incertezza e di morte, sentimento successivo all'imponderabile e all'incomprensibile, cerca in qualche modo di rispondere: "Vedrai, ci hanno solo detto una stronzata...". "Una stronzata? La chiami una stronzata? I miei uomini mi dicono che è tutto vero!. Vero, vero... E poi quell'idiota di Feltre… dov'è ora? Deve rispondere di questo!". L'uomo di Feltre era sparito, il carnefice assoldato non comunicava. Qualche giorno dopo venne segnalata la sua macchina, da qualche parte, alla periferia della sua città. All'interno del veicolo fu rinvenuta, dagli "amici", una pistola a chiodi ancora carica. Pronta per l'esecuzione.

Avevano scelto un ballo tutte le montagne del Primiero. Come in un valzer ondeggiavano sotto il cielo stellato, luminoso, vitale di un buio a contrasto con la notte e la sua luce. Era scivolata già lontano l'astronave brillante di arancione e tutta la natura si era liberata nel suo canto: "Corri Andrei, corri con la tua compagna, corri ragazzo tra i tuoi campi dove tutto resterà uguale, identico sarà come nel momento del tuo istante che ti ha condotto al mondo".

Igor Iskivic aveva già capito tutto, conosceva la verità che non poteva rivelare. Si era compiuto un atto di giustizia contro il misfatto ai cui autori ora restavano le conseguenze di uno scontro tutto interno all'atto criminale e un divenire già iscritto nel destino. Era il momento del tutto, la condizione della rinascita dopo la minaccia distrutta. Un uomo senza volto cavalca al buio Metit, felice di tornare a casa. Il cucciolo di orso è triste nel vedere allontanarsi il suo amico di gioco. Uomini senza volto, come ombre, formano un cerchio nel bosco. È il segnale, è l'ordine. Conclusa la caccia al male, devono tornare ad integrarsi con gli alberi, le pietre, le rocce.

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