Scorcio di Imèr con la chiesa dei Santi Pietro e Paolo

Scorcio di Imèr con la chiesa dei Santi Pietro e Paolo

Scorcio di Imèr

Scorcio di Imèr

Il Rio S.Pietro

Il Rio S.Pietro

Imèr

Appena usciti dalla stretta valle dello Schenèr, dove sopra i nostri occhi la caratteristica chiesetta di San Silvestro si lascia ammirare, pian piano davanti a noi si apre la valle di Primiero, ed Imèr è il primo paese che incontriamo. Probabilmente, se siamo diretti verso l'alta valle del Cismón lo lambiremo soltanto, dato che la nuova tangenziale ci terrà fuori dal paese, permettendoci però di osservarlo da un fianco nella sua interezza. Ma se il nostro intento è quello di addentrarcisi, una volta superata la zona dei Masi fare una tappa a Imèr, magari anche solo per un caffè all'Obber, non sarà certo una cattiva idea.

Il comune è diviso quasi perfettamente tra la zona più vecchia, a destra del Rio San Pietro (Imèr de entre), e quella più nuova, a sinistra dello stesso (Imèr de fóra) e ancora verso sud, alle Scarene. Sotto la strada principale, via Nazionale, il paese si allunga fino oltre il torrente Cismón, andando a formare le località Cappuccetto Rosso e Casa Bianca.

Col suo carattere di prima porta di accesso alla valle, Imèr rappresenta un borgo affascinante e seducente, che in particolare nelle zone dei Masi e delle Pèze, d'inverno si tinge di bianco anche senza bisogno di neve, con la bròsa che ricopre tutto il paesaggio, in quelli che sono i luoghi più pustèrni della valle, dove nella cattiva stagione il sole non spunta mai, nascosto dal Monte Vederna. Un inferno per i freddolosi, un paradiso per i fotografi e anche per gli amanti dello sci nordico, grazie alla nuova pista di fondo.

A caratterizzare gli almeròi è sicuramente la creatività, la vivacità e il loro tenace impegno per la comunità. Questo si evidenzia nelle numerose attività culturali, turistiche e gastronomiche, rigorosamente a carattere volontario, che animano il paese durante tutto l'arco dell'anno; ed in questo senso è impossibile non menzionare l'antica gestione del Monte Vederna, quando nel 1742 un gruppo di capifamiglia di Imèr costituì un consorzio acquistando a titolo di "livello perpetuo" l'utilizzo dello stesso per la fienagione, migliorando in questo modo le condizioni economiche dell'intera comunità. Nella parte prativa, l'usufrutto di questi terreni resiste ancora, come le norme che ne regolano l'eredità, anche se ad oggi la Vederna viene sfruttata quasi unicamente come luogo ricreativo, dove passare delle belle giornate estive sotto il sole o godersi la natura in comode passeggiate.


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